I ritmi nella Musica Popolare Piemontese

Molte volte si sente dire (o addirittura si legge su pubblicazioni che dovrebbero essere specializzate!) che la Musica Popolare Piemontese non ha al suo interno strumenti ritmici o che il ruolo di questi pochi sia perlopiù trascurabile. Nella realtà dei fatti, ciò non è assolutamente vero. Da una sommaria ricerca condotta diversi anni fa, contai fino a ventisette (27) strumenti a percussione utilizzati normalmente nella musica popolare alpina (e non parlo di bonghetti, cajon o djembè, quelli fanno parte di altri mondi sonori). Visto che siamo anche in periodo di Carnevale, colgo l’occasione per riportare le parole di Franco Gili, “Primo Tamburo” del gruppo “Pifferi e Tamburi” della città di Ivrea (Canavese). La tecnica qui spiegata è piuttosto raffinata, ha radici nei metodi musicali pubblicati tra ‘600 e ‘700 (Orchesographie, Syntagma Musicum, Harmonie Universelle, etc.) e fa rivivere i ruoli che ebbero questi importanti strumenti nell’Esercito Sabaudo.

“La musica dei tamburi si basa su cinque battute fondamentali, dalle quali nascono tutte le nostre marce tradizionali: “Tao”, “Bachet-te Rote”, “Plao”, “Rao” e “Rolé”. Il “Tao” è un solo colpo con una sola bacchetta, mentre le “Bachet-te Rote” è una successione di “Tao” alternando ritmicamente le due bacchette; il “Plao” è una battuta contemporanea delle due bacchette, una delle quali deve toccare molto debolmente la pelle, al fine di evitare un suono muto e addirittura sgradevole; può essere fatto in rapida successione alternando il movimento debole prima sulla bacchetta sinistra e poi su quella destra, ottenendo così un doppio o triplo “Plao” (massima estensione del “Plao”). Sembra facile, ma il “Plao” è una cosa difficilissima, perché una bacchetta deve sfiorare e l’altra deve battere e ottenere questo non è facile… sembra facile, ma non lo è, si ottiene un suono diverso dal “Tao”, molto più potente. Il “Rao” è una rapida successione di colpi eseguiti con una sola bacchetta: con un colpo di polso si deve riuscire a far rimbalzare ripetutamente (fino a sei – dieci volte) la bacchetta sulla pelle: la perizia sta nel domare con le dita il rimbalzo. Infine il “Rolé” (o rullo), che si ottiene da una ritmica sequenza di “Rao”: nel nostro repertorio accompagna le cinque “Diane”, la “Generala” e fa da raccordo nel frammezzo di svariate marce. Le moltiplicazioni dei colpi diventano così “Ra Ta Plao”, “Ta Ta Plao”, Ta Ta Ta Plao” e “Pla Ta Tao”.”

Come potete vedere, nulla di meno di qualunque metodo moderno per percussioni o batteria. Però, se le cose non si sanno, è facile scrivere che “non esistono strumenti a percussione nella musica Piemontese”. Di certo, le informazioni non vengono a suonarti il campanello a casa…